Violenza di genere

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Gender Law Newsletter FRI 2024#2, 01.06.2024 - Newsletter abonnieren

ITALIA – STUDI INTERDISCIPLINARI

Gennaio 2024 (Giudice donna 2023-3/4)

L’ultimo numero della rivista di Giudice donna è dedicato alla violenza nei confronti delle donne e alla violenza domestica. La parola femminicidio è stata scelta dall’Istituto della Enciclopedia Italiana come parola dell’anno 2023 e vi è un’accresciuta consapevolezza anche in ambito giudiziario, sia tramite una legge specifica sia con un’attenzione accresciuta a livello formativo degli attori istituzionali.

Via è stata una forte mobilitazione della stampa e della saggistica che si sono ampiamente occupate dell’omicidio di Giulia Cecchettin, una giovane laureanda di 22 anni uccisa l’11 novembre 2023 nell’area industriale di Fossò dall’ex fidanzato, con il quale non intendeva riprendere la relazione che aveva scelto di interrompere. Questo omicidio ha favorito la messa in atto di misure da tempo in gestazione, attivando meccanismi nuovi o già esistenti e una nuova consapevolezza a cui si deve il rapido iter della legge 24.11.2023/n.168, contenente «Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica», entrata in vigore il 9 dicembre 2023. La nuova legge riprende la definizione di cui nell’art. 3 lett. a, b della Convenzione di Istanbul e prevede il rafforzamento delle misure in tema di ammonimento e di informazione alle vittime anche per i cosiddetti «reati spia» quali gli atti persecutori e la diffusione di immagini o video sessualmente espliciti, la violazione di domicilio. La legge contiene anche disposizioni dirette a potenziare un’attività di formazione, tant’è che il Consiglio superiore della magistratura ha già adottato delle linee programmatiche che riflettono la scelta di affrontare il fenomeno della violenza nei confronti delle donne in termini nuovi e secondo modelli organizzativi ed operativi di maggiore efficacia. Interessante anche l’attenzione all’aspetto culturale, ossia «una maggiore attenzione alle tecniche di redazione degli atti in collaborazione con i portatori di altri saperi, come i linguisti, in modo da rendere i provvedimenti comprensibili da parte del cittadino» (Antonietta CARESTIA, Nuove misure di contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica)

Il contributo di Giovanni DIOTAVELLI è dedicato a Reati culturalmente motivati e diritti fondamentali e ai «potenziali conflitti tra la qualificazione giuridica di un fatto come reato nel Paese di arrivo rispetto alla conformità del comportamento, o comunque alla sua tolleranza, con riferimento alla cultura del Paese di provenienza». Espone quindi la giurisprudenza della Corte di Cassazione nell’affrontare il tema dei «reati culturalmente motivati». E’ stato «escluso il rilievo scriminante al movente culturale in tutti i casi in cui l'esercizio del diritto dell'agente a rimanere fedele alle regole sociali del proprio gruppo identitario di riferimento si traduca nella negazione dei beni e dei diritti fondamentali configurati dall'ordinamento costituzionale, presidiati dalle norme penali violate». Problema che si pone per esempio nell’ambito delle mutilazioni genitali femminili, dove «l’aspetto sistematico dell’intervento legislativo sembra rendere assolutamente marginale la possibilità per il giudice della valutazione inevitabile dell’errore di diritto, e della conseguente esclusione della colpevolezza», salvo in casi del tutto peculiari.

Simona ARGENTIERI in Contro i femminicidi. Zone d’ombra e ambiguità si interroga sul «perché l’ultimo caso di femminicidio […] ha scosso così intensamente la coscienza pubblica e privata; le piazze, la politica, le associazioni di categoria, i mezzi di informazione». Vi è da un lato l’immagine dolce e gentile della vittima, la giovane Giulia, la sua vita semplice e operosa. Poi, forse stiamo «finalmente uscendo dall’inerzia e dal diniego e cominciamo a raccogliere qualche frutto delle tante storiche fatiche delle battaglie femminili?». Quale elemento meno ottimista, l’evento «è particolarmente chiaro, adatto ad una ‘narrazione’ mediatica. Giulia era una giovane brava e ‘normale’, buona e coraggiosa, alla vigilia di una laurea impegnativa. L’ex fidanzato e assassino, reo confesso, a sua volta consente un ritratto netto di persona fragile, con tutte le sue inadeguatezze allo scoperto». Anche uomini hanno preso la parola, denunciando la famiglia patriarcale e la cultura maschilista. Ma bastano queste dichiarazioni schematiche? «Prima di imparare ad essere un uomo capace di vivere accanto a una donna superiore, bisogna capire cosa è essere uomo.» Dobbiamo rivisitare criticamente perfino tratti in sé buoni del comportamento, comuni a molte donne: Spesso le donne eccedono in un atteggiamento protettivo, premuroso di prendersi cura dell’altro al di là del rapporto amoroso, «che alimenta la dipendenza del compagno e lo fa sentire in diritto di continuare ad usufruire di una sorta di maternage a tempo indeterminato». Ad ogni modo, «comunque un sussulto sociale c’è stato, delle decisioni operative sono state prese e dei progetti concreti sono stati varati». «[…] non possiamo permetterci di non provare a trarne qualche risultato.» Una delle possibilità è quella di «imparare a riconoscere i cosiddetti ‘reati spia’, riuscire a entrare nel circuito relazionale asfittico e chiuso della coppia […] Soprattutto se riusciremo a far dialogare e convergere le diverse competenze dell’aiuto: legali, psicologiche, economiche […]». L’autrice individua e discute infine due punti più spinosi tra le misure prospettate: 1) la formazione di coloro che devono educare e a loro volta formare chi opera in concreto, con prevedibili scontri ideologici 2) le terapie psicologiche obbligatorie per gli uomini violenti, «cura» viziata alla radice – «al massimo si sviluppa una compiacenza di facciata, una finzione superficiale e momentanea». Meglio «privilegiare realisticamente altri tipi di intervento individuale e gruppi di confronto e di educazione».

Il contributo di Maria Teresa COVATTA, La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Conversazione con gli studenti di un liceo romano, è dedicato al progetto di educazione alle relazioni nelle scuole. Chiude la rassegna Maria Rosaria Covelli con l’articolo intitolato Il Ministero della Giustizia e l’osservazione permanente sul fenomeno della violenza di genere sull’istituzione, nell’ottobre 2022, dell’Osservatorio permanente sull’efficacia delle norme in tema di violenza di genere e domestica.

Accesso diretto alla rivista online (giudicedonna.it)